martedì 15 maggio 2012

stimoli

resistenza. forse è proprio questa la parola che descrive la mia condizione in comunità. io sono una ragazza piena di stimoli che ha perso. e m ritrono in un posto dove nn sono capaci di darti neanche uno stimolo e pretendono che stia alle loro regole. il mio lavoro per ritrovare me stessa così si complica terribilmente. te li tolgono gli stimoli loro. è una vergogna. l' angoscia mi opprime da mattina a sera. ma è possibile accettare tutto questo? per me è umanamente impossibile. quindi mi ribello. ma siccome a parole nn serve a niente, faccio di fatto. ho fatto delle belle borse con tessuti riciclati...ora nn riesco piu', bloccata completamente. allora ho deciso di riprendere a dipingere. è difficile perchè vorrei essere sola senza sentire i chiacchiericci delle galline, uomini e donne. e vedere dei cadaveri ambulanti che nn fanno niente ma mi rompono i coglioni.
ma la verità è un' altra, devo essere io a far si' che niente mi tanga qua dentro. ritrovare il mio coraggio e la mia integrità da arginare questo fiume di negatività. quando avro' trovato me stessa, allora sì che niente mi può fermare. allora gli stimoli saranno quelli partoriti dal mio cuore e nn dovro' elemosinarli come faccio ora. penserò al mio star bene completamente. e uscita di qua nn so' di cosa potrei aver timore. questa strada è difficile. ma è la mia. allora si parte.

3 commenti:

  1. Cara lupabrigantia,
    Io penso che tutte le persone che lavorano nel SOCIALE, dovrebbero avere quel qualcosa IN PIU'. Mi spiego meglio. Quando un individuo, sia esso uno psichiatra, un infermiere, un operatore sanitario, un assistente sociale o uno psicologo intraprende questa strada, dovrebbe essere a conoscenza (ma senz'altro lo è) di ciò che l'aspetta. A mio giudizio questo è un lavoro che, o lo fai col cuore e con la passione, oppure non riuscirai mai ad essere di aiuto per l'utente.
    Detto questo, ti consiglierei di non giudicarli, non serve. Dopo tanti anni queste persone non se la sentono di ritornare alle origini e di mettersi in discussione (di questo ne sono più che certa, come sono quasi certa che pensano di fare bene il loro lavoro).
    Quindi ti consiglio di pensare a te stessa e di proseguire il tuo percorso, anche se capisco che la strada è piuttosto irta! Mi permetto anche di dirti che la cosa più importante è arrivare ad essere in pace con noi stessi, e te lo dice una persona non più giovanissima, ma che (e non è mai troppo tardi) si è messa da non molto tempo in discussione e sta facendo un duro percorso. Io sto cominciando a vedere una ricompensa per questo mio lavoro, e ti assicuro che quando sarò arrivata a credere un pò più in me stessa e alle mie buone possibilità di riuscire nella vita, sarò libera da questa oppressione che mi ha pressato per tanti anni.
    Un grande abbraccio.
    Nadia

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    1. car NADIA hai proprio ragione. se credo in me arriverà l' indifferenza verso gli altri. ancorata a me niente potrà farmi male, o meglio, nn permettero' a nessuno di farmi male. perchè volersi bene è proprio questo: non permettere agli altri di farmi soffrire. e questa è la vera libertà. non aspettarsi niente e non mettere sul piedistallo nessuno.
      grazie dal cuore nadia.

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  2. Ben detto Cara, prosegui fiduciosa nel tuo cammino e mi permetto di dirti: non ti fermare mai davanti alle difficoltà, perchè se ci credi fermamente, riuscirai sicuramente a superarle, e non mi riferisco soltanto all'ambiente in cui vivi.
    Un abbraccio

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